Tutti con la propria storia, ognuno con la sua carriera e i suoi trofei vinti. I loro palmares, molto diversi, s’incroceranno sulla strada che porta alla Coppa Italia.

Nessuno dei quattro allenatori ha infatti mai vinto la competizione e quel trofeo allora assume un valore in più.

Sarri, ha imparato ad assaggiare la vittoria negli ultimi anni. Dopo aver vissuto una carriera in cadetteria, l’Empoli lo ha portato nel calcio che conta. Poi la sfida Napoli, con quello scudetto sfumato con la Fiorentina. Dopo il Napoli, a 60 anni, arriva il primo vero e proprio trionfo: l’Europa League 2019, con il Chelsea. Oggi alla Juve vorrebbe iniziare con la prima ( per pura casualità) che gli si è presentata, per poi provare magari la follia del triplete.

Triplete che, invece, ha vinto l’Inter. Solo che oggi ad allenarla non c’è più Mourinho ma Antonio Conte. Vincitore si d’indiscussi scudetti con la Juve, ma anche a lui quella Coppa Italia sta tanto stretta. L’unico trofeo nazionale che si è portato a casa e una FA Cup con il Chelsea, troppo poco per uno che non si accontenta come Antonio.

Poi c’è Pioli: diversa qui la spiegazione. Stefano vanta una carriera di circa vent’anni tra le panchine di A,B e C. Ha allenato tanti big ma forse il Milan attuale è il top club più importante che gli è passato tra le mani. Quindi merito alle sue capacità di trascinatore, le abbiamo apprezzate con la Lazio e la Fiorentina. Ma ora ciò che conta è portarsi a casa un trofeo, d’altronde ne vale anche la conferma sulla panchina per il prossimo anno.

Non ha di questi problemi, invece, Gattuso a cui negli ultimi giorni è stata data la certezza (anche se non con l’ufficialità) che l’anno prossimo continuerà ad essere l’allenatore del Napoli. La sua è una carriera più giovane da mister, eppure la gavetta lo ha aiutato. Certo, la grinta che lo ha contraddistinto durante la sua vita precedente da calciatore gli ha dato una grossa mano. Ma oggi Gattuso è li e se la gioca insieme ai colleghi (più esperti) in due partite, che gli potrebbero consegnare un trofeo molto importante da dedicare a se stesso (in primis) e alla piazza napoletana.

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