NAPOLI – La Storia continua, chissà fino a quando, però va ben oltre le Muraglie cinesi: domani, per Hamsik, sarà un altro giorno, ma ancora solo tinteggiato d’azzurro, attraversato godendosi quel panorama affascinante (Marekiaro, scritto così, ovviamente) e rimanendo “felicemente” intrappolato in quella dimensione che è un po’ favolistica e racchiude in sé la rincorsa a primati che ancora gli hanno resistito e che finiranno per cadere irrimediabilmente. Il Napoli sa, ne è stato informato, e anche Ancelotti è stato aggiornato direttamente dal capitano su una decisione che era nell’aria ma anche no: perché intanto, nella penombra del mercato, le trattative ancora galleggiavano. Il 28 giugno del 2007, 11 anni fa, disse il primo sì al Napoli. Ieri, 28 giugno 2018, il nuovo sì.

RESTO, CAMBIO – Marek Hamsik s’è stufato di aspettare i cinesi che per un mese e mezzo gli hanno lasciato intravedere fortune incalcolabili (trentasei milioni di euro, da spalmare in un triennio): ha avvertito quel richiamo, l’ha anche blandito e ne è rimasto lusingato, poi ha ritenuto che ormai il tempo fosse scaduto e che una risposta fosse indispensabile al Napoli, che aveva frenato il proprio mercato nell’attesa di decidere quali contromosse attuare. Ancelotti Hamsik hanno avuto modo di dialogare, e a lungo, di valutare persino il futuro in chiave tattica e alla luce del “nuovo” Napoli, quello nel quale va emergendo (e da un po’) la figura di Zielinski e che tra un po’ si ritroverà l’esuberanza di Fabian Ruiz, con un fisico da corazziere ed un sinistro da impazzire. Hamsik sa di avere la zona di competenza affollata ma anche di potersi inventare un finale di carriera “diverso”, da regista, da metodista, da play maker, chiamatelo come volete, interpretazione che a volte gli è già stata richiesta in Nazionale.

Fonte: Antonio Giordano per Corriere dello Sport.it

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