Il Napoli vince a La Spezia l’ultima di campionato, Spalletti chiude al terzo posto la sua prima stagione in azzurro, ma i rimpianti sono tanti per non aver lottato fino all’ultimo istante per il titolo di campione di Italia.
Dello scudetto si è sentito solo un leggero profumo, poi quella piccola scia è svanita raggiungendo Milano.
Il primo campanello d’allarme prima di Natale, dopo le due sconfitte casalinghe contro Spezia e Empoli, poi gli scontri diretti non positivi con le milanesi, infine il trittico dell’orrore di fine torneo: Fiorentina, Roma, Empoli. Un punto su nove: fine dei sogni.
La società era stata silente fino alla brutta sconfitta di Empoli, poi i soliti danni di comunicazione targati Aurelio & Edo De La.
La stagione del Napoli e di Spalletti non è stata soddisfacente, partito a razzo dopo le prime dieci giornate, sono venuti fuori poi tutti i suoi limiti, e tutti quelli della sua squadra tra: i famosi ammutinati, gli scontenti, i partenti ma anche i felici e perdenti.
Il Napoli va in Champions per la gioia della proprietà che torna ad incassare soldi europei e dovrà pensare alla ricostruzione di un gruppo che era già finito da tempo.
Forse già dai tempi del dopo Sarri, sicuramente dopo la separazione con Carlo Ancelotti.
Il pubblico tornerà a vedere gare da tutto esaurito e vissero felici e contenti.
Capitolo pubblico. Non sono contenti quelli di oggi partiti per la Liguria e ‘vessati’ come al solito dalle tifoserie avversarie.
Il sound è sempre lo stesso: ‘Napoli colera’, ‘odio Napoli’, ‘è morto Maradona’. Orrore.
Fuori lo stadio, le prime schermaglie tra le due tifoserie: uno spettacolo molto triste.
Anche di questo dovrebbero preoccuparsi i De Laurentiis, ma l’argomento poco importa non possedendo la famosa ‘napoletanità’.
Senza alcun dubbio, i tifosi del Napoli, si sono ritrovati al comando della squadra del cuore da 18 anni: la proprietà più divisiva tra tutte quelle delle squadre professionistiche nel mondo del pallone.
Giuseppe LIBERTINO ⚽️