L’allenatore del Napoli Gennaro Gattuso, ai microfoni di Sky Sport, ha commentato la vittoria contro il Rijeka in Europa League, ricordando il grande Diego Armando Maradona:
“Ho tanti bei ricordi di Maradona, ho avuto la possibilità di parlare tante volte con Diego, di cenare due volte con lui. E’ morto ma non morirà mai. Ha fatto tante cose straordinarie. Ha sbagliato nella vita privata ma per quello che ha fatto resterà sempre vivo. Dispiace, già da ieri quando siamo andati in hotel si vedeva che la città respirava un’aria diversa. E’ stata una grande perdita ma Diego non morirà mai. E’ una leggenda, di un altro pianeta. Gli avrei voluto dare qualche scarpata da giocatore…
Le gare sono tutte difficili, anche se giochi con una squadra di Interregionale fai fatica. Oggi abbiamo fatto meglio di tre settimane fa, poi abbiamo sbagliato tanto. Ci aspettavano, abbiamo perso ritmo perché volevamo imbucare. Abbiamo sbagliato tanto, ci siamo intestarditi a palleggiare e imbucare ma abbiamo fatto meglio oggi che tre settimane fa.
Ghoulam? Sta bene, stava solo a me dargli una chance dal 1′. Ha fatto bene.
Sono state dette tante cose non vere, non litigo coi giocatori. Ai ragazzi rompo le scatole, si possono perdere le gare. Abbiamo fatto 11 partite, con 8 vittorie e 3 sconfitte. Se qualcuno pensa che siamo il Barcellona o i Galacticos va bene: noi possiamo perdere, ma dobbiamo aiutarci e non mandarci a quel paese. Abbiamo potenziale enorme: ci stanno gli errori ma dobbiamo dare la sensazione di crederci, di incitare i compagni.
Già ieri si respirava un’aria diversa. Qui Diego non è stato quello che ha vinto due Scudetti e una Coppa Uefa. Qui c’è l’orgoglio di aver visto Diego rappresentare la città. Vincevano Milano, Torino, ha fatto sognare un popolo intero. Tanti si chiamano Diego per onore suo. Qui se facciamo un sondaggio, è più importante Maradona di San Gennaro.
Napoli è una città particolare. Mi sembra di vivere in Brasile, sembra Rio de Janeiro. Qui c’è sempre odore di mangiare, temperatura incredibile, non sembra di stare in Italia ma in Brasile. La gente si somiglia: sono tanti anni che sto al Nord ma sono terrone dentro, mi sento a mio agio qui“.