UNA COPPA TARGATA GATTUSO. IL NAPOLI BATTE ANCORA LA JUVENTUS: IL CIELO DI ROMA È ANCORA AZZURRO
La sesta coppa Italia del Napoli è sicuramente targata Rino Gattuso. Il ragazzo di Calabria campione del Milan e del mondo con l’Italia di Lippi è stato capace di riprendere quel Napoli ammutinato di fine anno 2019, fermato poi dal Covid a marzo e di portarlo in sei mesi al trionfo in Coppa Italia, battendo una dopo l’altra: Lazio, Inter e Juventus. Le regine attuali della A, sfiancate dagli ’operai’ azzurri di Rino. Una grande impresa calcistica sotto il piano tecnico e mentale.
E De Laurentiis gongola, in barba a Sarri, ‘il traditore’, ed Ancelotti, ‘il grande bluff’ che nulla hanno portato, in termini di titoli, al popolo azzurro.
Il Napoli batte ancora la Juventus nelle Coppe. Sempre a Roma 8 anni fa con Cavani e Hamsik, a Doha nel 2014 ai rigori grazie alle parate del brasiliano Rafael, ieri sera ancora dal dischetto nella Capitale con il rigore decisivo di Milik. E non dimentichiamo Pechino 2012: la gara macchiata da Mazzoleni & co. che consegnò l’unica vittoria ai bianconeri. Sarebbe stato un 4-0 troppo pesante per il ‘mondo Juve’, ma sicuramente il 3-1 negli ‘Head to a Head’ tra azzurri e bianconeri, non porta serenità all’ambiente juventino, tutt’altro.
Caroselli fino a tarda notte a Napoli e provincia, silenzio tombale degli juventini sparsi in Italia.
Gattuso alle stelle: ha battuto due volte la Juve, la Lazio, l’Inter, ha pareggiato col Barcellona ed attende il ritorno in UCL ad agosto.
Ed ha anche rivitalizzato Insigne: da quando è a Napoli gli hanno fatto fare di tutto.
Sarri e Paratici invece sono nel buio.
Aurelio prova ad organizzare il futuro con Rino, Agnelli dopo aver perso la seconda Coppa in pochi mesi (SuperCoppa vs Lazio a dicembre) si giocherà tutto nei prossimi 60 giorni: scudetto e champions. Se non arriveranno trofei, certamente sarà dura rivedere il maestro Sarri sulla panchina bianconera che al momento non ha dato nessuna identità di gioco alla sua Juve. Altro che ‘Sarrismo’.
È stata la Coppa dei portieri, il lunatico Ospina che compie miracoli contro l’Inter dopo una papera iniziale, la sicurezza di Meret in finale ed il sempre eterno Buffon che a 42 anni suonati dimostra ancora a tutti quanti di essere stato tra i 3 più forti portieri della storia del calcio.
Non è stata la Coppa dei solisti, soprattutto in finale: dove Ronaldo e Dybala hanno mostrato poca lucidità. Cristiano non è riuscito neanche a tirare il rigore finale, stranissima la scelta di Danilo secondo rigorista: tiro alle stelle sulla collina di MonteMario.
I De Laurentiis portano in bacheca un altro titolo: siamo a 3 Coppe Italia ed una super Coppa. Mancherebbe uno scudetto, perso negli hotel toscani, ed una Europa League fregata a Benitez, che poteva giocarsi la finale col Siviglia ma fu eliminato da quel Dnipro poi sospeso dal calcio.
Infine: una finale di calcio senza pubblico è infinitamente triste, la premiazione self-service probabilmente tra le cose più brutte mai viste, meno male che ci hanno messo una pezza i due presidenti: complimenti.
Foto: SSC Napoli
Monica Cartia