Può di nuovo cambiare la data della ripartenza: c’è la richiesta per anticipare al 12 le semifinali.
Ancora una volta regna l’incertezza, dopo che sono state comunicate le date ufficiali della ripartenza, per colpa della “resistenza ” di alcune società, sembra di assistere ad un film comico. Mi chiedo come sia possibile che queste vogliano per forza di cose intavolare degli scenari a loro piacere: le date vengono date per essere rispettate, il lavoro di tanti organi federali (seppur criticabile) va rispettato le decisioni di un ministro e di tutto un Governo vanno rispettate. E invece, in Italia, sono le società a dettare regole, i presidenti che con la loro “caparbietà ” vogliono dettar legge.
La richiesta in sé, non è di quelle impossibili, si tratta semplicemente di anticipare la data di ripartenza dal 13 al 12 giugno. Il problema, però, sta al nocciolo della situazione. Perchè questa cosa? Perché Ognuno fa i propri sporchi comodi? È normale che ognuno debba badare ai propri interessi e non al comune senso di unione.
È vero che la Serie A è una competizione, ma è anche vero che dietro c’è tutto un sistema, un mondo che forse se (partendo da una semplice data) facesse più attenzione al bene comune e non ai profitti, avrebbe anche più consensi.