Inutile nascondersi, il prossimo per il Napoli sarà di nuovo l’anno zero ed è l’ennesima volta che accade nell’era De Laurentiis.
Ormai la città era abituata a cicli di tre anni pieni di promesse da parte del patron azzurro per poi ritrovarsi a ricominciare a sperare in un salto definitivo che potesse portare a qualche successo di prestigio.
Ad oggi dopo tanti anni il palmares del Napoli è fermo a 2 Coppa Italia e 1 Supercoppa Italiana.
L’estate scorsa, dopo aver sfiorato lo scudetto con Sarri in panchina, che aveva creato una squadra su misura per lui, De Laurentiis ha lasciato partire il tecnico per puntare con decisione su un top player della panchina come Ancelotti.
Scelta accolta con entusiasmo dalla piazza e non perchè non fosse contenta di Sarri (anzi, il tecnico ancora oggi è adorato in città), ma perchè c’era la convinzione che il nuovo allenatore con la sua esperienza avrebbe potuto far arrivare all’ombra del Vesuvio calciatori affermati e capaci di permettere il definitivo salto di qualità ad una rosa comunque ben assortita.
Attese ben presto disilluse, perchè dal mercato non sono arrivati top players, ma calciatori che hanno solo allungato una rosa scarna.
Il colpo migliore è stato senza ombra di dubbio Fabian Ruiz, almeno fino a quando lo spagnolo è stato schierato come mezz’ala, mentre ha sofferto e ancora soffre, maledettamente nel ruolo di regista.
Già, quel ruolo che doveva appartenere ad Hamsik fino al termine della sua carriera; lo slovacco doveva diventare nelle intenzioni di Ancelotti il Pirlo del Napoli ed invece a gennaio a cuor fin troppo leggero è stato lasciato libero di approdare in Cina.
Certo il calciatore ha premuto per cambiare aria dopo aver capito che ormai anche quest’anno sarebbe stato impossibile lottare per lo scudetto. Partito Hamsik perchè non è stato acquistato un degno sostituto invece di snaturare il promettente Fabian?
Ormai si è giunti quasi al termine della stagione e il resoconto del primo anno di Ancelotti sulla panchina azzurra non può essere considerato positivo.
Il Napoli si è allontanato e di molto dalla Juventus, è uscito prestissimo dalla Coppa Italia e ha dovuto dire addio prima alla Champions e poi all’Europa League.
Inutili e stucchevoli i paragoni col passato, come prendere ad esempio il primo anno di Sarri sulla panchina azzurra con questo del nuovo tecnico. Negli anni sono cambiati i calciatori ed il modo di stare in campo, quindi bisogna solo concentrarsi su cosa abbia fatto per la squadra il buon Carlo.
Il suo obiettivo, d’accordo con la società, era quello di valorizzare la rosa, ma pur tenendo in considerazione tutti va sottolineato che nessuno delle seconde linee è esploso.
Diawara ha dimostrato tutti i suoi limiti in regia tanto da essere messo ai margini già molto tempo prima dell’infortunio; Ounas ha dimostrato buoni colpi, ma ha anche confermato di essere indisciplinato tatticamente e discontinuo; Rog è stato bocciato e mandato via in prestito; Luperto un difensore che non può assicurare un rendimento da top club.
L’unica nota positiva è forse arrivata da Maksimovic, che schierato spesso come terzo difensore (ruolo che ricopriva al Torino), ha dato buone garanzie.
I nuovi oltre il già citato Fabian, non hanno aumentato il valore della rosa, eccezion fatta per Meret, portiere dal futuro assicurato se non sarà più intralciato nella crescita dagli infortuni.
Verdi è stato praticamente un desaparecido, poco utilizzato e male, mentre ha sorpreso in positivo Malcuit, il calciatore meno atteso.
Ancelotti fin dal primo giorno ha deciso di puntare sul 4-4-2, accantonando quindi il 4-3-3 che i calciatori interpretavano a meraviglia: il risultato è stato un calo enorme di Mertens, Insigne e Callejon.
A due mesi dal termine della stagione la squadra azzurra ha denotato un calo fisico molto più che preoccupante e solo il buon piazzamento in classifica permetterà di chiudere il campionato con la Champions in tasca.
Tutto è andato male quindi e il tanto atteso salto di mentalità che un tecnico vincente doveva inculcare alla squadra non è arrivato.
Il prossimo anno bisognerà rifondare la rosa e mettere a disposizione di Ancelotti calciatori adatti al suo credo calcistico e quindi si ripartirà con un nuovo progetto, ma con chi? Chi resterà a Napoli e soprattutto chi arriverà per rinforzare questa rosa per tentare di vincere?
Molti i casi da risolvere: Insigne (fin troppo bistrattato e ingiustamente dalla piazza); Allan, Koulibaly, Mertens. Tutti pilastri in bilico e giustamente stanchi di partecipare, hanno fame di successi.
I nomi che attualmente girano in chiave mercato in entrata di certo non fanno impazzire, perchè sono sempre buoni calciatori da far maturare come Lozano e Fornals (quest’ultimo spesso relegato in panchina con il Villarreal).
Napoli pretende chiarezza, Napoli vuole lottare per vincere e non più per partecipare, quindi a cosa si appellerà ora De Laurentiis? Alle solite promesse che porta via il vento o finalmente si deciderà di allestire una rosa di primissimo livello?
Al momento possiamo fare solo ipotesi, ma una cosa deve essere chiara a questa società: “Basta giocare sulla fede dei tifosi”, si sta rompendo l’unica cosa che teneva unita tutta la città: “La squadra del Cuore”!
Patrizio Annunziata