Quello di quest’anno si è rivelato un campionato di Eccellenza fantastico per la lotta promozione, che forse solo domenica, all’ultima giornata, emanerà il suo verdetto, altrimenti si deciderà tutto nello spareggio.
Ma c’è una squadra e un società, che non è arrivata nemmeno a disputare i play-off, che merita una citazione particolare per il suo modo di intendere il calcio e si chiama ASD Casoria.
Per la società viola è stato un anno tribolato, in primis perchè ha dovuto disputare tutte le gare interne lontano dal suo stadio e cioè il San Mauro, per i lavori in vista delle Universiadi.
Per questo motivo gran parte della stagione è stato vissuta in trasferta nella vicina Cardito, prima di dover lasciare il “Papa” per decisione del Sindaco Cirillo e trovare ogni settimana un campo che potesse ospitarla.
Nonostante questo gravoso imprevisto, il Casoria ha comunque disputato un ottimo campionato, ma quello che ha colpito sono stati i valori di questa società e di tutti colori che vestono la maglia viola.
In un calcio dove tanto si parla di fair play, di rispetto, di fratellanza, di lealtà e di tanti altri luoghi comuni che lasciano il tempo che trovano al fischio d’inizio di ogni gara, il Casoria è stato l’esempio perfetto di quello che dovrebbe essere davvero questo bellissimo sport.
Durante l’anno sono stati tanti gli episodi che hanno portato alla ribalta questa società per la sua correttezza, ma purtroppo troppo presto sono finiti nel dimenticatoio.
Resta negli occhi il gesto del calciatore Cafaro nella semifinale di ritorno di Coppa Italia contro il Giugliano a Mugnano. La squadra viola conduceva per 1-0 dopo lo 0-0 dell’andata e Cafaro si era involato verso la porta avversaria libero di realizzare il 2-0, che molto probabilmente sarebbe valso la finale.
Ma l’intento della società era ed è quello di lanciare un messaggio di lealtà sportiva e così il calciatore resosi conto, che nello scatto per frenare la sua inarrestabile corsa, l’avversario Di Girolamo era caduto a terra per un infortunio muscolare, decise di calciare la sfera sul fondo per permettere i soccorsi.
Gesto da standing ovation, che poi costò l’eliminazione allo stesso Casoria, che abbandonò il campo comunque con il cuore pieno di gioia per lo sportivissimo gesto del suo calciatore.
La correttezza di questa società non si ferma a questo episodio, perchè adottando la politica del non protestare mai, più volte ha subito dei torti arbitrali, che le sono valsi tantissimi punti, i quali hanno inciso in maniera fondamentale sulla classifica.
Allenatore e dirigente squalificati per molti mesi rei di una civilissima protesta, quando ogni domenica sui campi se ne vedono di tutti i colori e nessuno viene punito.
L’estrema lealtà della ASD Casoria non è stata premiata sul campo, ma speriamo fortemente che la Lega, a campionato concluso, si ricordi dell’esempio di questa società e le riconosca un premio che sicuramente merita per i veri valori che trasmette al calcio e soprattutto ai giovani.
E per concludere proprio riguardo i giovani, va ricordato che durante questa annata, il Casoria ha lanciato giovani calciatori dal sicuro avvenire, perchè anche questo fa parte di questa splendida società: dare spazio a ragazzi che hanno fame di calcio pulito.
Complimenti ASD Casoria!
Patrizio Annunziata