Marco Garcés, DS del Pachuca che ha venduto Lozano al PSV nell’estate del 2017 e che fece da intermediario nel primo passaggio del Chicharito Hernandez al Manchester United, club con cui – da qualche tempo – ha eccellenti rapporti, in particolar modo con il capo dello scouting Jim Lawlor, ha parlato a gonfialarete.com.

Quando avete capito al Pachuca che Lozano sarebbe diventato una stella internazionale?

“È difficile rispondere a questa domanda perché Lozano non ha avuto un rendimento così devastante a livello giovanile e nelle categorie inferiori. Era troppo piccolo da ragazzino, sia di peso che di statura, ed è stato crescendo, negli anni, che lui ha costruito passo dopo passo la sua carriera di calciatore. Mi spiego: nell’Under 20 faceva la differenza più di quanto aveva fatto nell’Under 17, con la prima squadra più di quanto avesse fatto con l’Under 20 e con la Nazionale più di quanto avesse fatto con la prima squadra. Ogni volta che saliva di livello, il livello del suo gioco cresceva progressivamente”.

E adesso? Siete ancora in contatto col ragazzo?

“Si, anche se non così frequentemente ci teniamo in contatto con Hirving, specie perché sta continuando a studiare telematicamente presso l’università che abbiamo qui e abbiamo ancora degli accordi per alcune cose da fare insieme come iniziative, interviste, accordi commerciali su alcune magliette e altre cose di questo tipo”.

Al Pachuca siete soliti vendere i vostri gioielli a squadre portoghesi o olandesi. Ritiene che questo step intermedio aiuti ulteriormente i giovani a prepararsi al meglio per i migliori club al mondo?

“Non saprei. Abbiamo l’esempio del Chicharito Hernandez che passò direttamente al Manchester United ed ebbe subito un impatto immediato. Credo che sia difficile dire quale possa essere in generale lo step migliore da fare per i giovani messicani, credo che si debba studiare caso per caso. Per quanto riguarda il caso specifico di Lozano credo che sia un giocatore pronto per dire la sua a qualsiasi livello perchè come dicevo in precedenza lui è sempre migliorato man mano che cresceva il valore della competizione a cui era esposto”.

PSG, Napoli e soprattutto Manchester United, che è un club con cui, non è un segreto, lei ha ottimi rapporti: quale sarà il prossimo club del Chucky?

“Non so cosa possa esserci di preciso nel futuro di Hirving, dovrà decidere con il suo procuratore e anche con la sua famiglia che so essere sempre molto influente nelle sue scelte, in cui ha sempre grande voce in capitolo. Quale sarà la sua prossima squadra? Quello che posso dirvi sul Manchester United è che so per certo che lo tengono in grande considerazione, ma non da oggi. Conoscono il calciatore già da molti anni, non solo da quando gioca al PSV, e sanno benissimo da sempre che livelli potrà raggiungere…”

Al Pachuca si è formato anche Hector Herrera. Lascerà il Porto a parametro zero, non una buona notizia per voi che avevate diritto a una percentuale importante sulla futura rivendita…

“È un problema non da poco per noi il fatto che Herrera si libererà dal Porto a parametro zero, perché come dite giustamente avevamo una percentuale sulla sua futura rivendita. Questo è molto doloroso per il nostro club, ma ci servirà da lezione per migliorare il modo in cui stipuliamo i nostri contratti. La prossima volta ci assicureremo di farlo nel modo più conveniente possibile per le casse della nostra società”.

Nell’estate del 2016 fu vicinissimo al Napoli…

“Si, e in quell’estate speravamo con ansia che quella trattativa si potesse chiudere, sia ovviamente per il discorso economico di cui sopra, ma anche perché storicamente c’è poca rappresentanza del calcio messicano in Italia, mentre con altri paesi come l’Argentina e l’Uruguay esiste quasi un industria che produce giocatori che da questi paesi vengono esportati verso la Serie A. Questo non succede con il Messico e in particolar modo nessun ex giocatore del Pachuca si è mai affermato in Italia. Ci sarebbe piaciuto che Herrera avesse potuto farlo al Napoli”.

Un’ultima domanda non possiamo che farla su Diego Maradona, che dalla passata stagione allena i Dorados nella vostra Serie B. Quanto può essere utile questa figura nella crescita del calcio messicano?

“Il problema della serie B in Messico è che i proprietari dei club ogni anno ci rimettono soltanto soldi. È difficile mantenersi a quei livelli se si è sempre in perdita. L’arrivo di gente come Diego Armando Maradona aiuta l’appetibilità e la visibilità del campionato e porta la gente a riempire gli stadi. La crescita economica che ne consegue non può che aiutare in un processo di crescita del fascino e della stabilità di tutto il movimento calcistico messicano”.

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