ROMA – «Mi dicono che sono sempre arrabbiato. Non è così, è solo la mia faccia». Kevin Strootman era così deluso dalla Roma da cancellarla dalla visuale sui social. Intuendo l’imminente accordo con il Marsiglia, ha smesso di “seguirla” su Instagram. Il peggio, dal suo punto di vista, era già realtà.
CONFRONTI – Non voleva andare via. Era sincero il 25 luglio a San Diego: «Se non mi mandano via, resto». Beh, è stato di parola. I dirigenti gli hanno comunicato che erano disposti a valutare offerte. Del resto con l’arrivo di NZonzi, e nonostante la cessione in prestito di Gonalons, lo spazio a centrocampo si restringeva e il monte stipendi saliva. Strootman ha reagito con orgoglio. «Se non sono importante, me ne vado». Da quel momento ha dato mandato ai manager di trovare un contratto vantaggioso. Strootman tiene molto anche alla nazionale olandese, di cui è capitano, e a 28 anni ha deciso di scendere di un gradino pur di non perdere appeal.
REUNION – Rudi Garcia lo ha corteggiato per una settimana garantendogli un ruolo centrale nell’OM, che punta a tornare in Champions League. Senza Garcia, l’uomo che lo soprannominò Lavatrice per la capacità di riciclare palloni, l’affare non sarebbe andato in porto.
COMMOZIONE – Ieri, dopo l’allenamento, Strootman ha salutato i compagni. Agli amici ha spiegato la sua verità: «Mi hanno venduto». La ragion di stato, economica e gestionale, ha prevalso.
PROTESTE – I tifosi si erano legati a Strootman. Qualcuno potrebbe far sentire il proprio dissenso anche stasera allo stadio. Strootman invece deve guardare oltre e imparare il francese: lavatrice, casomai interessasse, si dice lave-linge.
Fonte: Roberto Maida per Corriere dello Sport