NAPOLI – Un mese, un altro mese: e poi sarà finito, se gli dei del calcio interverranno con simpatia. Ma il conto alla rovescia è cominciato, stavolta sembra quello definitivo, e pazienza se per cautela conviene ancora dilatare i tempi dell’attesa. Alex Meret ha sperato a lungo di poter star meglio subito: magari con la Fiorentina, dopo la sosta, pensava dopo l’ultima visita di controllo dell’8 agosto scorso. Invece bisognerà aver pazienza, non anticipare il rientro, lasciare che la riabilitazione faccia il proprio corso e poi riprendersi il Napoli, che in lui ha creduto investendo venticinque milioni di euro: settembre, ma l’ultima settimana, è diventato adesso il capolinea di questo momentaccio, cominciato l’11 luglio, in ritiro, con la frattura del terzo medio dell’ulna sinistra. Significherà dover saltare, obbligatoriamente, dalle sei alle sette partite di campionato, ma anche la prima partita di Champions League (in programma tra il 18 ed il 19 settembre), e poi concentrarsi sull’appuntamento per il debutto, che potrà avvenire in casa a Parma, a Torino con la Juventus o magari alla prima del mese di ottobre con il Sassuolo.

LUI E GLI ALTRI – La rassicurante prestazione di Karnezis ha spruzzato ulteriore serenità dentro l’area di rigore del Napoli, nella quale ormai è diventato comproprietario della porta anche Ospina: Meret è il futuro, che va trattato con lungimiranza, e nessuno ha voglia di accorciare le tappe, né di prendersi rischi inutili, in questa fase del recupero che è delicata e deve trasmettere solo certezze fisiche.

Fonte: Antonio Giordano per Corriere dello Sport

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