Si preoccupava della Francia, quest’Australia che non fa gol nemmeno se glielo regali. La verità è che doveva semplicemente occuparsi e preoccuparsi di questo Perù, orgoglio infinito e contropiedisti che sanno far male. Alla fine i Socceroos soccombono due a zero, e se è vero che le occasioni migliori sono state proprio degli australiani è altrettanto vero che con tre tiri in porta (due a segno) i sudamericani vincono la partita e scacciano l’ultimo posto nel girone. Tutto sommato meritatamente. Così, l’Australia (con Cahill praticamente sempre in panca tranne che nell’ultima mezz’ora di questo mondiale) torna a casa dopo aver prodotto tanto ma raccolto un bel nulla e soprattutto con la casella a zero alla voce “gol degli attaccanti” visto che gli unici due gol sono stati segnati dal medianone e capitano Jedinak: il Perù è stato semplicemente più cattivo e abrasivo nelle proprie ripartenze e in ciò che si chiama killer-istinct. Ha sfruttato e colpito.
CARRILLO LETALE — Gli uomini di Van Marwijk abbandonano il 4-2-3-1 e si piazzano più compatti secondo un iniziale 4-4-2 in cui Rogic è al fianco di Juric e Leckie (il migliore nella partita contro la Danimarca) sta qualche passo indietro per stare attento a Flores e poi a Carrillo. La squadra di Gareca (una via di mezzo, somaticamente, fra Menotti e Caniggia) si piazza col consueto 4-2-3-1 in cui in mezzo Tapia e Yotun danno forza e “garra”, impastando azioni che soprattutto si svolgono sugli esterni. Le prime occasioni sono dei Socceroos: Rogic è scatenato ma Gallese neutralizza, Kruse arriva in piena area ma cincischia, ancora Rogic arretra qualche passo e porta avanti palloni che però l’Australia non riesce a sfruttare, con Sainsbury e Juric. Nel frattempo il Perù fa un contropiede e segna: palla a sinistra per Guerrero che vede arrivare dall’altra parte Carrillo (buono assai), botta al volo, Behich non va a chiudere e diagonale pestifera che imprime sul tabellone lo 0-1 per la Bicolor. L’Australia meriterebbe il pari ma chiude il primo tempo sotto di un gol: e lo stadio Fisht, pieno zeppo di tifosi peruviani, salta e impazzisce.
TESTA ALTISSIMA — Nella ripresa pensi che l’Australia possa raddrizzare e ribaltare. È una bella idea ma non funziona: questo Perù sorretto da trequarti di stadio ha una forza d’animo che fa paura. Così, al 5′ ecco che quell’azione che si svolge da sinistra (la porta avanti Cueva) trova nell’idolo Guerrero il carnefice che, con annessa dormita di Milligan, piazza il 2-0 e chiude ogni illusione dell’altro mondo. L’Australia cambia uomini, Van Marwijk infila Cahill e Arzani ma è solo panna montata: l’attacco non segna e il Perù, belloccio e sciolto, esce dal mondiale a testa altissima.
Fonte: Gazzetta dello Sport.it