Marcello Lippi, tra gli altri ex commissario tecnico della Nazionale italiana, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport. L’allenatore si è soffermato su Antonio Conte e Rino Gattuso.

DA GIOCATORI – “Due trascinatori, in campo e negli allenamenti. Due esempi continui per i compagni. E non soltanto generosi, grintosi, aggressivi. Avevano acume tattico e aiutavano a organizzare il gioco”.

SIMILI MA DIVERSI – “Rino era più bravo in interdizione anche se non disdegnava l’impostazione. Mentre Antonio attaccava gli spazi con e senza palla, chiudeva l’azione e segnava di testa e in acrobazia”.

ANEDDOTO GATTUSO – “C’è Rino che dopo la finale di Berlino mi prende per il collo, mi strattona e mi urla “se te ne vai ti ammazzo”, convinto, dimostrandomi così il suo affetto calcistico. “.

ANEDDOTO CONTE – “Antonio cerca un dribbling a centrocampo e perde la palla, mettendo in pericolo la nostra porta. Un avversario è ripartito a sinistra e si sta avvicinando. Allora Zidane comincia a rincorrerlo e, prima che entri in area, gli toglie la palla. A fine partita, Antonio viene e mi fa: “Mister, ma si rende conto che io ho perso la palla e Zidane è andato a recuperarla per me? Dovrebbe essere il contrario”. Rende l’idea di quella Juve”.

CONTE COME ALLENATORE – “Gattuso lo diventerà, sta crescendo e l’ha dimostrato a Napoli. È arrivato in un momento particolare, la squadra sembrava quasi a fine ciclo, tra infortuni e situazioni difficili. L’ha recuperata con saggezza, tranquillità, coerenza e anche inflessibilità sui comportamenti. Si vede che è una squadra di Gattuso”.

SOMIGLIANZE – “Se mi somigliano? Mi piace pensare di sì dal punto di vista lavorativo. Gli ho trasmesso qualcosa».

NAPOLI-INTER – “Rino parte in vantaggio, 1-0 all’andata e in casa il ritorno. Però ogni giorno starà ripetendo che la partita è tutta da giocare, non ci sono vantaggi né calcoli da fare, bisogna essere aggressivi e non sbagliare… E sono sicuro che Conte stia facendo lo stesso”.

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