Alla vigilia di Cagliari-Napoli, il mister degli azzurri Gennaro Gattuso ha parlato in conferenza stampa:

Allan non convocato? Nessuna polemica, non s’è allenato come voglio io e sta a casa. Domani è un altro giorno, senza rancore, quando torneremo se si allenerà come dico io verrà convocato altrimenti no.

C’è tanto lavoro, si dorme poco, guardiamo le partite ed anche noi facciamo fatica a spiegarci perché ci manca continuità. Dobbiamo interpretare le gare in un certo modo, senza dimenticare che dobbiamo mettere in campo quello che facciamo, non ognuno a modo suo.

Noi non abbiamo bisogno di trovare stimoli, dobbiamo fare 40 punti oggi. Non pensare che siamo fuori dall’Europa, ma di muovere la classifica. Sento dire che mancano gli stimoli perché non siamo in Champions, qui siamo in una zona pericolosa e dobbiamo crescere mentalmente. Bisogna giocare di squadra, senza snobbare nessuno, in tante partite siamo andati in difficoltà. Ci può stare un momento di sofferenza, anche l’ultima nei primi dieci minuti abbiamo sbagliati di tutto. Poi catenaccio o non catenaccio, a San Siro abbiamo fatto 46% di possesso, non c’è stato nessun catenaccio ma abbiamo giocato in modo organizzato, da squadra.

Niente sconti ai calciatori? Lo dissi: quando si chiuderà il mercato bisognerà pensare al Napoli 24 ore al giorno. Io non posso gestire un giocatore (Allan, ndr), ma una squadra e non possono non essere coerente! Bisogna pedalare.

Anche l’anno scorso, con il Milan, facemmo tante gare senza subire gol. Nel calcio ci sono due fasi, possiamo discutere della pressione, l’errore mio più grande quando sono arrivato è di provare subito una pressione ultra-offensiva ma la squadra non sopportava questa situazione e ci siamo messi più dietro. Oggi dobbiamo essere compatti, dare modo alla difesa di salire, poi quando abbiamo palla c’è qualità, ma senza palla spesso ci allunghiamo e col Lecce perdevamo la prima palla, non la seconda.

Var? Io sono sempre stato favorevole. Il calcio è cambiato, parlano tutti, deve parlare anche l’arbitro e spiegare cosa ha visto. Bisogna credere alla buona fede, poi qualche arbitro giovane si mette in difficoltà da solo. Ma l’arbitro deve dare spiegazioni a fine partita. 

Koulibaly non è al 100%. Gli altri? Stanno tutti bene gli altri difensori.

Mertens? Dissi tanta roba perché ci fece respirare in tante palle mezze e mezze. E’ uno che vede la porta, lega il gioco, è furbo, si sa muovere, mi piace molto e senza di lui abbiamo perso tanto. Può fare tutto, esterno, centravanti, ha grande tecnica e furbizia.

Sui giocatori appena rientrati? Diedi tre giorni a Manolas per la nascita del figlio, ha perso due giorni d’allenamento, ma quando la squadra si allena sempre al massimo e uno non si allena poi non è facile fare delle scelte. La squadra funzionava, Koulibaly e Maksimovic si allenavano bene, ma so anche io che ho fatto degli errori, ma non volevo perdere credibilità di fronte alla squadra. Poi ci sta la difficoltà quando sei fermo da tempo, ma bisogna dargli minutaggio altrimenti poi è difficile.

Cagliari? Il loro gioco ci dà fastidio, la buttano lì, poi crossano e hanno 3-4 giocatori in area, quando la perdono poi vengono subito forte, è tipo come con la Sampdoria, palleggiano meno del Lecce. Lo stadio è difficile, la palla non esce mai e servirà una gara attenta di testa.

Elmas? Non mi ha sorpreso. Mi ha sorpreso la tecnica, come tratta il pallone, la forza no perché si era vista subito. Manca ancora qualcosa, ma è uno molto forte, 21 anni, ha la testa da calciatore, ha voglia, ascolta, è un po’ permaloso, ma l’importante è che tiene su la testa quando sbaglia.

A me piacerebbe una pressione ultra-offensiva, la gamba per coprire tutto il campo, fare gare a campo aperto e giocarsela con la consapevolezza che non si rischia nulla, la strada che dobbiamo percorrere è questa perché l’altra non ci porta da nessuna parte.

Noi dobbiamo pensare a noi, che sarà una partita non difficile, ma di più, contro una squadra che ci può mettere in difficoltà. Dobbiamo dare continuità a quanto fatto a Milano, voglio vedere la prestazione, come teniamo il campo, come siamo disposti alla sofferenza“.

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