NAPOLI – Bisogna dare un valore agli uomini – anche economico, porca miseria – e catalogarli all’interno d’un sistema, d’un mondo, ch’è il loro: cento milioni di euro vi sembreranno un’enormità, e lo sono, certo che sì, però in quest’universo vario, ampio, persino dissipatore, ci sono muscoli che pesano, eccome, e che nascondono in quelle fasce risorse insospettabili. L’oro di Napoli è in quest’Idea, che a volte fa storcere un po’ il muso, ma basterebbe farsi un giro per il Mondo delle miniere calcistiche e forse ci si renderebbe conto che non siamo all’esagerazione ma perfettamente in linea con le tendenze: chissà mai se potranno bastare cento milioni di euro, un bel giorno, per scalare il K2, sarà un’impresa o forse no, però vada come vada rappresenterà un evento.

RESTA – L’ha detto De Laurentiis, prima che s’aggirasse quel cinguettio che fa tanto social ma anche ufficialità e che ancora s’attende: «Koulibaly ha rinnovato con noi». Scadenza, sino a prova contraria che nel calcio sono sempre nascoste dietro una mega offerta, giugno 2023, poi vai capirli questi sceicchi o gli oligarchi o i ricchi: ma Koulibaly è una frontiera, la rappresentazione sintetica del progetto, l’espressione pratica della competenza, un affare da sette milioni di euro (gennaio 2014) allestito da Rafa Benitez e tenuto lì, in cassaforte, per sei mesi, affinché non venisse strappato via.

Fonte: Antonio Giordano per Corriere dello Sport

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